Legge 626/94: Turnazione e lavoro notturno
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Venerdì 17 Ottobre 2008
TURNAZIONE E LAVORO NOTTURNO, determinano uno stress da turnazione riconducibile al fatto che l’attività lavorativa viene richiesta in un periodo diverso, o addirittura opposto, al ritmo fisiologico sonno/veglia legato all’alternanza luce/buio e ciclo circadiano.
IL CICLO CIRCADIANO comprende i ritmi corporei che influenzano la temperatura, i livelli degli ormoni nel sangue e l’alternanza sonno/veglia. Un sorta di orologio interno influenzato da fattori endogeni e esogeni come l’alternanza luce/buio. Il ciclo dura 25 ore e non 24 e si dIsincronizza in maniera acuta o cronica. Nella fase acuta il ciclo è completamente invertito e il recupero della normalità può richiedere anche due settimane. Il sonno è diviso in due parti, la prima della durata di 15 minuti, la seconda è molto più lunga. Il sono diurno di un turnista notturno dura 1-2 ore meno del sonno notturno e perciò la sua qualità è inferiore. Il lavoro notturno, modificando il ritmo sonno/veglia altera l’attività neurovegetativa, endocrina, cardio-circolatoria e renale, funzioni queste che sono normalmente depresse durante la notte e stimolate durante il giorno. L’adattamento avviene gradualmente nel corso di alcuni giorni, ma il lavoro in turni è organizzato in maniera tale da modificare il rapporto sonno/veglia proprio quando l’organismo si sta adattando a questa situazione antifisiologica. La tolleranza ai turni è soggettiva ma decresce con l’aumentare dell’età anagrafica oltre i 50 anni e dell’anzianità di servizio. I problemi derivanti da tale condizione lavorativa sono di ordine :
LAVORATIVO, con alterazioni progressive della vigilanza e della efficienza, ne consegue aumento di errori, sviste e infortuni, con danno personale e nei confronti dell’assistito.
SANITARIO, la di sincronizzazione dei ritmo biologico determina : Ø
A BREVE TERMINE : disturbi simili a quelli da jet lag ( irritabilità, disturbi del sonno, stanchezza ) Ø
A LUNGO TERMINE : stati di malattia a carico del sistema nervoso ( sindromi ansioso e/o depressive, insonnia ) gastroenterico ( ulcera, coliti, alterazione dell’alvo), attività ormonale e funzione riproduttiva ( dismenorrea e alterazioni del ciclo mestruale, alta frequenza di aborti, numero inferiore di gravidanze e parti regolari rispetto alle lavoratrici diurne. Alcuni autori mettono in evidenza il rapporto esistente tra incidenza di parti prematuri e di neonati sottopeso e il lavoro per turni. Le donne costituisco la stragrande maggioranza del personale sanitario), cardio-circolatorio (aritmie, fibrillazioni, ipertensione arteriosa) che aumenta con il protrarsi dell’esposizione al lavoro in turni.
v SOCIALE, difficoltà a mantenere rapporti sociali e familiari. Le donne in turno anche di notte hanno un rischio di separazione o di divorziare due volte superiore alle altre donne quando il marito non è turnista. La difficoltà a gestire uno stress lavorativo di questa portata può spingere gli operatori ad un abuso di sostanze stimolanti o antidepressive con ulteriore danno personale, per non parlare della sindrome da burn out che determina un rapporto alterato con il proprio lavoro e la propria professione .
Ovviamente abbiamo dovuto assumere una modalità schematica di rappresentazione, siamo però in grado di fornire una consistente bibliografia e, qualora ce ne venga data la possibilità, di esporre in maniera analitica quanto riportato nella presente relazione. Crediamo tuttavia di aver dato un quadro sufficientemente articolato che consente di definire attività particolarmente usurante quella del personale turnante in sanità.
Roma 19/11/07
COORDINAMENTO NAZIONALE SETTORE SANITA’
( Sabino Venezia – Nazzareno Festuccia – Gianfranco Bignamini )